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I PROTAGONISTI DEL SECOLO BIANCONERO. 5

 

  Campo di Corso Marsiglia : la Juventus del 1931/32

 

Combi,Rosetta,Caligaris: non c’è simpatizzante juventino,giovane o vecchio,italiano o straniero,che non conosca questo trio che appartiene alla squadra del quinquennio d’oro.Combi,Rosetta,Caligaris: comincia così la formazione-tipo di quella Juventus,recitata con giustificato orgoglio dal popolo bianconero di ogni generazione.

Torinese purosangue,Giampiero Combi è il portiere fin dal 1922,ha esperienza,buon senso e carisma,sa guidare le difese,è considerato dai tecnici dell’epoca uno dei primi tre d’Europa,in competizione con il cecoslovacco Planicka e con lo spagnolo Zamora.

Virginio Rosetta è il terzino destro,e rappresenta anche il primo caso di professionismo nel calcio: per strapparlo alla Pro-Vercelli,dopo che il giocatore si è svincolato in proprio dal club,i dirigenti juventini sborsano cinquantamila lire.Rosetta si aggiudica sei scudetti.

Umberto Caligaris è il terzino sinistro: grande coraggio e altruismo,un protagonista.Sparisce nel 1940,in una sfida tra vecchie glorie,tradito dal cuore.

Giovanni Varglien è l’anima del centrocampo,il mediano polivalente,forte nel contrastare e  nel lanciare.

Luisito Monti è lo stopper: taciturno,implacabile nel gioco aereo,capace di tenere per sé ogni colpo proibito,uno dei “leoni di Highbury”,di quell’epica battaglia in cui subisce in silenzio la frattura di un dito e gli azzurri,in dieci,senza di lui nel secondo tempo,sfiorano il pareggio dopo aver incassato tre gol nei primi dodici minuti.

Luigi Bertolini è l’altro mediano,dallo stile asciutto e dal moto perpetuo.

Federico Munerati è l’ala destra,tutto vivacità e assist.

Renato Cesarini è la mezz’ala classica,capace di invenzioni e di gol,spesso negli ultimissimi minuti di gara(zona Cesarini).

Felice Borel è il centravanti,al quale viene dato il soprannome di Farfallino,quasi a sottolinearne l’imprendibilità:tecnica finissima e fiuto del gol.

Giovanni Ferrari è il regista,l’ispiratore e lo stoccatore:ragiona ed esegue a velocità superiore rispetto agli altri,anticipa la figura del numero dieci,inteso come il giocatore di maggior carisma  ed incidenza nella qualità del gioco della squadra.

Infine,Raimundo Orsi,detto Mumo,è il piccolo genio con nostalgia di Buenos Aires,del tango e dei mille locali notturni:per un anno si allena senza giocare per via di un compromesso  regolamentare in materia di oriundi,ma riceve l’ingaggio pattuito,ottomila lire al mese ed una Fiat 509,il massimo.Ripaga tanta fiducia con 78 gol in 177 partite,possiede un sinistro che è un bisturi,ha talento e fantasia,di lui viene ricordato nei giornali dell’epoca un gol realizzato con il sedere,curvandosi sul traversone di Ferrari.Il suo è il primo nome ritmato per sillabe dai tifosi negli stadi: Or-si,Or-si.

 

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