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Juveteca -Anno VII (2009)

 

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STILE JUVENTUS. 43

Il Presidente Giovanni Cobolli Gigli

 

C’è una cosa che la Juventus ha già vinto con largo anticipo su tutto e su tutti, qualcosa che va oltre il meno sette in classifica dall’Inter e il pro­cesso-farsa di Calciopoli: lo scudet­to della simpatia. Per anni i bianconeri hanno vis­suto sotto la cappa grigia di essere bravi ma arroganti, valorosi ma urticanti. Etichette che adesso stanno appiccicate sulla schiena di altri e in un’al­tra città. Succede, in effetti. Il peccato originale dei più forti? Forse.

La Juventus si è infilata nella lavatrice della pro­pria storia, ha attaccato la centrifuga e si è ripuli­ta dopo aver pagato un conto salatissimo. La serie B e lo “scippo” di due scudetti.

Ora però, intenerita dalle sue sventure, non appare più agli occhi della concorrenza come una tiranna da abbattere ma solo come un avversario da battere. E la prova provata sta nel numero di giocatori che agli Oscar del Calcio hanno ottenuto consensi dai colleghi (Buffon, Del Piero, Chiellini), sta nelle con­siderazioni edulcorate che vengono sviluppate a margine, sta nel rispetto che la società di corso Ga­lileo Ferraris poco alla volta ha conquistato dentro e fuori il perimetro italiano. Il portierone bianco­nero si è spinto così in là da riflettere su un punto: tenuto conto della schiera di bianconeri premiati con la statuetta, pareva che l’ultimo titolo l’avesse­ro conquistato loro e non l’Inter. Riflessione che non ha offeso nessuno perché non c’era da offen­dersi. Però da riflettere sì.
 
I simpatici siamo noi, dicono, da Giovanni Cobol­li Gigli in giù, fino al baby Lorenzo Ariaudo, debuttante, che nel suo piccolo è sembrato un grande. Quello della simpa­tia è uno scudetto virtuale, che non ha un albo d’o­ro, che non conduce a stelle di merito, che non sca­va un canyon di risultati con le rivali del campio­nato ma che comunque si porta appresso un valo­re enorme. Che sembrava perduto ed è stato ritro­vato. Non la Juventus del “give me five”, ma la Juven­tus della semplicità e del sorriso, di chi è stato spedito all’inferno ed è tornato in paradiso. Non proprio fi­schiettando, ma quasi...

 

<Vecchie puntate>>

                                                                    

 

 

 

 

 

 

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