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STILE JUVENTUS. 43

Il Presidente Giovanni Cobolli Gigli
C’è una cosa che la Juventus ha già vinto con
largo anticipo su tutto e su tutti, qualcosa che va oltre il meno sette in
classifica dall’Inter e il processo-farsa di Calciopoli: lo scudetto della
simpatia. Per anni i bianconeri hanno vissuto sotto la cappa grigia di
essere bravi ma arroganti, valorosi ma urticanti. Etichette che adesso
stanno appiccicate sulla schiena di altri e in un’altra città. Succede, in
effetti. Il peccato originale dei più forti? Forse.
La Juventus si è infilata nella lavatrice della propria storia, ha
attaccato la centrifuga e si è ripulita dopo aver pagato un conto
salatissimo. La serie B e lo “scippo” di due scudetti.
Ora però, intenerita dalle sue sventure, non
appare più agli occhi della concorrenza come una tiranna da abbattere ma
solo come un avversario da battere. E la prova provata sta nel numero di
giocatori che agli Oscar del Calcio hanno ottenuto consensi dai colleghi (Buffon,
Del Piero, Chiellini), sta nelle considerazioni edulcorate che vengono
sviluppate a margine, sta nel rispetto che la società di corso Galileo
Ferraris poco alla volta ha conquistato dentro e fuori il perimetro
italiano. Il portierone bianconero si è spinto così in là da riflettere su
un punto: tenuto conto della schiera di bianconeri premiati con la
statuetta, pareva che l’ultimo titolo l’avessero conquistato loro e non l’Inter.
Riflessione che non ha offeso nessuno perché non c’era da offendersi. Però
da riflettere sì.
I simpatici siamo noi, dicono, da Giovanni Cobolli Gigli in giù, fino al
baby Lorenzo Ariaudo, debuttante, che nel suo piccolo è sembrato un grande.
Quello della simpatia è uno scudetto virtuale, che non ha un albo d’oro,
che non conduce a stelle di merito, che non scava un canyon di risultati
con le rivali del campionato ma che comunque si porta appresso un valore
enorme. Che sembrava perduto ed è stato ritrovato. Non la Juventus del
“give me five”, ma la Juventus della semplicità e del sorriso, di chi è
stato spedito all’inferno ed è tornato in paradiso. Non proprio
fischiettando, ma quasi...
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