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Juveteca -Anno VI (2008)

 

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STILE JUVENTUS. 38

 

La curva Filadelfia festeggia il 19° scudetto

Torino,24/05/81 Juventus - Fiorentina 1-0

 

Filadelfia prima, ai tempi dello stadio Comunale. E Scirea poi, da quando c'è lo Stadio delle Alpi, cattedrale costruita nel deserto, osteggiata fin dalla sua nascita, avvenuta in occasione dei Mondiali del 1990. Sono le curve della Juventus, i centri nevralgici e folkloristici del tifo bianconero, il domicilio ricono­sciuto dei club organizzati e - pure - i laboratori di fiato e polmoni dove vengono ideate le coreografie e confezionati gli slogan di incitamento.

Intorno alle curve si muovono i curvaioli, che sono tifosi un po' speciali, spesso oltranzisti, ma che alla Juventus non hanno mai procurato seri danni sotto il profilo dell'immagine. Esiste, del resto, un'organizzazione societaria per la gestione dei sostenitori più caldi e per la risoluzione dei problemi logistici. Non a caso è stata creata alle soglie del Duemila la figura un po' avveniristica dello "stadium manager", cioè di un funzionario che si occupa di questioni molto pratiche e strettamente legate allo sfruttamento dello stadio.

Curve comprese, naturalmente. Filadelfia, cioè come la via che ancora oggi scorre sotto il vecchio impianto fatto costruire prima della Grande Guerra da Benito Mussolini. A ridosso quella curva, quasi sempre in ombra, hanno gioito i campioni più grandi della storia juventina, da Boniperti a Charles, da Sivori a Platini, da Roberto Bettega a Roberto Baggio. Uno scrigno di ricordi, il contenitore di tante istantanee felici, l'esatto opposto della Maratona, la casa dei sostenitori del Torino, sanguigna e focosa, accarezzata sempre dal sole.

Scirea, nel nome e nel ricordo del compianto Gaetano, libero di una squadra stratosferica, campione del mondo in Spagna nel 1982, scomparso in un incidente stradale in Polonia quando era i1 vice di Zoff alla guida della squadra. Scirea l'hanno battezzata direttamente i tifosi, perché quel burocraticissimo curva Sud non è mai piaciuto a nessuno. Scirea, al contrario, è l'immagine di un fuoriclasse assoluto, sul campo e nella vita, il simbolo di comportamenti in linea con lo stile della società. Filadelfia e Scirea.

Le curve della Juventus hanno sempre avuto un nome e mai una semplice connotazione logistica. Raccontano che siano state (e siano) fredde, distaccate, sbiadite rispetto a quelle di altre squadre, ma nella realtà non è così. Nella Filadelfia e successi­vamente nella Scirea trovano collocazione i gruppi storici del tifo bianconero: “Figthers”, “Vecchia guardia”, “Black & White power” sono i più famosi.

Da anni funziona in questo modo, nel segno di una tradizione che poco alla volta si è sedimentata. In fondo, le curve sono spaccati del sociale, case e chiese, residenze per pomeriggi e serate polari, templi dove esplicitare la propria fede calcistica. "piazze" per il merchandising, luoghi per campagne di benefi­cenza. Le curve della Juventus - più raccolta architettonicamente la Filadelfia, suddivisa su tre anelli, quindi più dispersiva la Scirea - non hanno mai avuto connotazioni politiche a differenza di quanto è successo in altri stadi d'Italia e per altre tifoserie. Negli ultimi anni, comunque, anche la curva Sud è diventata un riferimento coreografico molto importante: vi "operano" con enorme contributo di decibel gli Irriducibili, un gruppo ultras nato di recente.           

 

<Vecchie puntate>>

                                                                    

 

 

 

 

 

 

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