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STILE JUVENTUS. 38

La curva Filadelfia
festeggia il 19° scudetto
Torino,24/05/81
Juventus - Fiorentina 1-0
Filadelfia prima, ai tempi dello stadio
Comunale. E Scirea poi, da quando c'è lo Stadio delle Alpi, cattedrale
costruita nel deserto, osteggiata fin dalla sua nascita, avvenuta in
occasione dei Mondiali del 1990. Sono le curve della Juventus, i centri
nevralgici e folkloristici del tifo bianconero, il domicilio riconosciuto
dei club organizzati e - pure - i laboratori di fiato e polmoni dove vengono
ideate le coreografie e confezionati gli slogan di incitamento.
Intorno alle curve si muovono i curvaioli,
che sono tifosi un po' speciali, spesso oltranzisti, ma che alla Juventus
non hanno mai procurato seri danni sotto il profilo dell'immagine. Esiste,
del resto, un'organizzazione societaria per la gestione dei sostenitori più
caldi e per la risoluzione dei problemi logistici. Non a caso è stata creata
alle soglie del Duemila la figura un po' avveniristica dello "stadium
manager", cioè di un funzionario che si occupa di questioni molto pratiche e
strettamente legate allo sfruttamento dello stadio.
Curve comprese, naturalmente. Filadelfia,
cioè come la via che ancora oggi scorre sotto il vecchio impianto fatto
costruire prima della Grande Guerra da Benito Mussolini. A ridosso quella
curva, quasi sempre in ombra, hanno gioito i campioni più grandi della
storia juventina, da Boniperti a Charles, da Sivori a Platini, da Roberto
Bettega a Roberto Baggio. Uno scrigno di ricordi, il contenitore di tante
istantanee felici, l'esatto opposto della Maratona, la casa dei sostenitori
del Torino, sanguigna e focosa, accarezzata sempre dal sole.
Scirea, nel nome e nel ricordo del compianto
Gaetano, libero di una squadra stratosferica, campione del mondo in Spagna
nel 1982, scomparso in un incidente stradale in Polonia quando era i1 vice
di Zoff alla guida della squadra. Scirea l'hanno battezzata direttamente i
tifosi, perché quel burocraticissimo curva Sud non è mai piaciuto a nessuno.
Scirea, al contrario, è l'immagine di un fuoriclasse assoluto, sul campo e
nella vita, il simbolo di comportamenti in linea con lo stile della società.
Filadelfia e Scirea.
Le curve della Juventus hanno sempre avuto un
nome e mai una semplice connotazione logistica. Raccontano che siano state
(e siano) fredde, distaccate, sbiadite rispetto a quelle di altre squadre,
ma nella realtà non è così. Nella Filadelfia e successivamente nella Scirea
trovano collocazione i gruppi storici del tifo bianconero: “Figthers”,
“Vecchia guardia”, “Black & White power” sono i più famosi.
Da anni funziona in questo modo, nel segno di
una tradizione che poco alla volta si è sedimentata. In fondo, le curve sono
spaccati del sociale, case e chiese, residenze per pomeriggi e serate
polari, templi dove esplicitare la propria fede calcistica. "piazze" per il
merchandising, luoghi per campagne di beneficenza. Le curve della Juventus
- più raccolta architettonicamente la Filadelfia, suddivisa su tre anelli,
quindi più dispersiva la Scirea - non hanno mai avuto connotazioni politiche
a differenza di quanto è successo in altri stadi d'Italia e per altre
tifoserie. Negli ultimi anni, comunque, anche la curva Sud è diventata un
riferimento coreografico molto importante: vi "operano" con enorme
contributo di decibel gli Irriducibili, un gruppo ultras nato di
recente.
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