Domenica
8 dicembre del 1985: a Tokyo, la Juventus colma un'altra lacuna
del proprio albo d'oro. Dopo la Coppa dei
Campioni, conquista la Coppa Intercontinentale e affianca così il Milan
e l'Inter. La sfida contro l'Argentinos Junior è una delle più belle, e
non soltanto per l'intensità emotiva con cui viene vissuta, della storia
internazionale della Signora: centoventi minuti di spettacolo autentico,
di prodezze straordinarie, sempre ad inseguire i sudamericani, e poi a
batterli nel decisivo epilogo ai rigori. E' una Juve rinnovata rispetto
a quella che,aggiudicandosi la Coppa dei Campioni, ha acquisito il
diritto di presentarsi al cospetto dei vincitori della Coppa
Libertadores: se ne sono andati giocatori fondamentali come Boniek,
Tardelli e Rossi, il ringiovanimento ha portato Mauro, Serena,
Manfredonia e il giovanissimo Laudrup, il miglior talento danese
dell'ultima generazione.
E' un'altra Juve: guida il campionato dopo
un inizio fantastico,otto vittorie consecutive ed un'ipoteca sullo
scudetto. Ma gli argentini ne mettono a durissima prova le capacità: con
le loro svelte ripartenze, tengono in allarme la difesa, ogni piccolo
errore rischia di pesare sull'esito della partita. Per due volte,dopo
che il primo tempo si chiude 0-0, l'Argentinos Junior, la squadra in cui
Maradona si segnalò al mondo, balza in vantaggio
con Ereros e Castro, le punte esterne che operano ai lati del
centravanti Borghi.Tuttavia, la Juve ribatte colpo su colpo: il primo
pareggio arriva su rigore di Platini, per un fallo subito da Serena; il
secondo è dovuto ad un'invenzione millimetrica di Laudrup, quasi dalla
linea di fondo, dov'era finito sullo slancio, dopo aver superato il
portiere Vidallè.”Mi ricorda Cruyff”,diceva di lui Trapattoni.In
effetti, quel gol rievoca le antiche prodezze del fuoriclasse olandese.
Due a due, ed in più un gol di Platini, in
semirovesciata,cancellato dall'arbitro Roth per una scorrettezza
misteriosa.Comunque, è il dischetto a risolvere la questione: segnano
Brio,Cabrini e Serena, prima dell'errore di Laudrup che bilancia quello
di Olguin. Brividi per Tacconi e per milioni di sostenitori.Il
portiere juventino para il tiro di Pavoni, cosicché il destino assegna a
Platini l'esecuzione decisiva: spiazzato Vidallè, la coppa può essere
imbarcata sul volo per l'Italia.
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