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Juveteca -Anno II (2005)

 

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I PROTAGONISTI DEL SECOLO BIANCONERO.23

La Juventus si affida a Giraudo e Bettega (qui con Marcello Lippi)

Otto anni sono trascorsi dall'ultimo scudetto, il ventiduesimo: schiacciata dal potere assoluto del Milan, la Juventus accumula il più cospicuo ritardo del dopoguerra. Mai stata cosi a lungo senza il titolo di campione d'Italia. I nuovi equilibri maturati all'interno della dinastia Agnelli provocano,all'alba del 1994, una svolta inimmaginabile fino a pochi mesi prima, allorché la Juve del Trapattoni-bis contendeva lo scudetto al Milan di Capello.

 

Un'illusione. Non appena il distacco appare incolmabile, in piazza Crimea, sede del club da tre lustri, cambia tutto: Giampiero Boniperti viene invitato a lasciare il ponte di comando, sarà nominato presidente onorario, fatto storico poiché è la prima volta che il prescelto non sia espressione diretta della famiglia. Per la successione, Umberto Agnelli, che assume i pieni poteri dopo le stagioni dell'Avvocato, sceglie un manager di cui conosce meglio di tutti segreti ed ambizioni: Antonio Giraudo, 48 anni, reduce da numerose esperienze nel Gruppo, grande appassionato di calcio.

 

 E' stato giocatore nel Pertusa,piccola società torinese, ed è tifoso del Torino. Giraudo è l'uomo che vuole trasformare la Juve in un grande affare. Il bilancio va risanato ed è questa la prima operazione a cui egli si dedica. Al suo fianco, viene chiamato, con il ruolo di vice-presidente Roberto Bettega,l'ex attaccante che sogna da una vita un posto ai vertici. Bettega rappresenta la juventinità: ha del calcio internazionale un'ampia conoscenza. Ai due sarà aggregato in tempi successivi Luciano Moggi, per il quale da anni è di moda la definizione di re del mercato.Intanto, dietro le quinte, Moggi fornisce suggerimenti e indicazioni: Marcello Lippi, 46 anni, è l'allenatore della rifondazione. Per lui, garantisce proprio Moggi, che lo ha seguito alla guida del Napoli fino alla conquista di un piazzamento in zona-uefa. Moggi indirizza verso Torino anche il preparatore atletico del Napoli, Giampiero Ventrone.

 

Con l'avvento di Giraudo e Bettega, la Juve dà avvio ad un altro ciclo vincente: fin dalle prime mosse, si capisce quanto feroce sia la determinazione dei nuovi dirigenti nel ricostruire la squadra.Gli innesti mirati, come il centrocampista Deschamps e soprattutto Paulo Sousa, il rilancio di titolari che non avevano reso, anche per via di gravi infortuni, come Vialli e Ravanelli, l'affermazione di Del Piero (destinato inizialmente al Parma in prestito, per far spazio a Di Canio, di ritorno dal Napoli: ma tutto salta per un'impuntatura dell'ex laziale) rendono ancora più brillante il cammino dei bianconeri, capaci di esibire una tenuta atletica che ha pochi eguali.

 

Giraudo e Bettega sono dirigenti a tempo pieno,la loro presenza accanto alla squadra è costante,ed è questo uno di quei particolari che rendono unico il rapporto tra la Juventus ed i suoi atleti. La prima stagione è trionfale: lo scudetto torna a Torino, arriva anche la Coppa Italia (la nona nella bacheca) e la Coppa Uefa sfugge soltanto in finale.Due gol di Dino Baggio, la prima grande cessione della Juve post-bonipertiana, consegnano il trofeo al Parma. Ma Giraudo e Bettega sapranno presto come dimenticare la piccola delusione.

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