I PROTAGONISTI DEL SECOLO
BIANCONERO.23
La Juventus si affida a Giraudo e Bettega (qui con Marcello Lippi)
Otto
anni sono trascorsi dall'ultimo scudetto, il ventiduesimo: schiacciata
dal potere assoluto del Milan, la Juventus accumula il più cospicuo
ritardo del dopoguerra. Mai stata cosi a lungo senza il titolo di
campione d'Italia. I nuovi equilibri maturati all'interno della dinastia
Agnelli provocano,all'alba del 1994, una svolta inimmaginabile fino a
pochi mesi prima, allorché la Juve del Trapattoni-bis contendeva lo
scudetto al Milan di Capello.
Un'illusione.
Non appena il distacco appare incolmabile, in piazza Crimea, sede del
club da tre lustri, cambia tutto: Giampiero Boniperti viene invitato a
lasciare il ponte di comando, sarà nominato presidente onorario, fatto
storico poiché è la prima volta che il prescelto non sia espressione
diretta della famiglia. Per la successione, Umberto Agnelli, che assume
i pieni poteri dopo le stagioni dell'Avvocato, sceglie un manager di cui
conosce meglio di tutti segreti ed ambizioni: Antonio Giraudo, 48 anni,
reduce da numerose esperienze nel Gruppo, grande appassionato di calcio.
E'
stato giocatore nel Pertusa,piccola società torinese, ed è tifoso del
Torino. Giraudo è l'uomo che vuole trasformare la Juve in un grande
affare. Il bilancio va risanato ed è questa la prima operazione a cui
egli si dedica. Al suo fianco, viene chiamato, con il ruolo di
vice-presidente Roberto Bettega,l'ex attaccante che sogna da una vita un
posto ai vertici. Bettega rappresenta la juventinità: ha del calcio
internazionale un'ampia conoscenza. Ai due sarà aggregato in tempi
successivi Luciano Moggi, per il quale da anni è di moda la definizione
di re del mercato.Intanto, dietro le quinte, Moggi fornisce suggerimenti
e indicazioni: Marcello Lippi, 46 anni, è l'allenatore della
rifondazione. Per lui, garantisce proprio Moggi, che lo ha seguito alla
guida del Napoli fino alla conquista di un piazzamento in zona-uefa.
Moggi indirizza verso Torino anche il preparatore atletico del Napoli,
Giampiero Ventrone.
Con
l'avvento di Giraudo e Bettega, la Juve dà avvio ad un altro ciclo
vincente: fin dalle prime mosse, si capisce quanto feroce sia la
determinazione dei nuovi dirigenti nel ricostruire la squadra.Gli
innesti mirati, come il centrocampista Deschamps e soprattutto Paulo
Sousa, il rilancio di titolari che non avevano reso, anche per via di
gravi infortuni, come Vialli e Ravanelli, l'affermazione di Del Piero
(destinato inizialmente al Parma in prestito, per far spazio a Di Canio,
di ritorno dal Napoli: ma tutto salta per un'impuntatura dell'ex
laziale) rendono ancora più brillante il cammino dei bianconeri, capaci
di esibire una tenuta atletica che ha pochi eguali.
Giraudo
e Bettega sono dirigenti a tempo pieno,la loro presenza accanto alla
squadra è costante,ed è questo uno di quei particolari che rendono unico
il rapporto tra la Juventus ed i suoi atleti. La prima stagione è
trionfale: lo scudetto torna a Torino, arriva anche la Coppa Italia (la
nona nella bacheca) e la Coppa Uefa sfugge soltanto in finale.Due gol di
Dino Baggio, la prima grande cessione della Juve post-bonipertiana,
consegnano il trofeo al Parma. Ma Giraudo e Bettega sapranno presto come
dimenticare la piccola delusione.
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