STILE JUVENTUS.28
Un gruppo di bambini della “ Juve Soccer School “
La
scuola calcio è uno dei fiori all'occhiello della Juventus. Il progetto,
sviluppato da Pietro Leonardi nel periodo in cui è stato responsabile
del settore giovanile e partito nel 2001 col nome di "Juventus 68", è
passato nel 2004 sotto l'egida di "Juventus Merchandising" (società al
cento per cento Nike, ma nel cui Consiglio di Amministrazione siedono
Roberto Bettega, Antonio Giraudo e Romy Gai) ed ha assunto il nome di "Juve
Soccer School".
"Il nostro obbiettivo - dice Marco
Marchi, responsabile del progetto - è quello di realizzare la madre di
tutte le scuole calcio. Riserviamo una grandissima attenzione alla
selezione delle persone che devono formare i bambini e guidare le loro
famiglie nel corretto rapporto con lo sport."
La "Juve Soccer
School" avvia attualmente al calcio 260 bambini fra i sei ed i dieci
anni e fruisce di un complesso sportivo a Grugliasco (l'ex "San Remo
72") che può contare su un terreno regolamentare in erba ed altri tre
campi (uno per calcio a 8 e due per quello a 5) in sintetico, oltre a
cinque spogliatoi a misura di bambino.
Particolare cura è dedicata alla scelta dei tecnici.
"Abbiamo fatto un'importante convenzione
con la facoltà di Scienze Motorie", continua Marco Marchi, "che ci fa
svolgere dei corsi di formazione e ci mette a disposizione i suoi
neolaureati dimostratisi più adatti alle nostre esigenze.
Successivamente questi tecnici, due per ogni gruppo di dodici bambini,
frequentano un modernissimo corso di "Child Protection" che insegna
loro come comportarsi per assicurare il massimo benessere ai bambini. Un
corso utilizzato in Europa solo dal Manchester United. I nostri tecnici,
considerata l'età dei loro allievi, devono essere educatori più che
allenatori. E per i bambini giocare al calcio deve rappresentare un
divertimento allo stato puro.
La "Soccer School" lavora in sintonia col
Settore Giovanile bianconero diretto da Camillo De Nicola cui ha già
dato venticinque bambini che disputano i tornei di competenza. Difficile
stabilire se qualcuno di loro diventerà un campione, ma è certo che nei
primi quattro anni di calcio si sono divertiti.
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