I PROTAGONISTI DEL SECOLO
BIANCONERO.12
GIOVANNI TRAPATTONI
Sei
scudetti, una Coppa Intercontinentale, una Coppa dei Campioni, una Coppa
delle Coppe, due Coppe Uefa, una Supercoppa Europea,due Coppe Italia. In
tredici anni di Juventus, prima dieci (dal 1976 al 1986) e poi tre (dal
1991 al 1994), Giovanni Trapattoni ha vinto più di qualsiasi altro
allenatore bianconero: cioè tutto, in Italia, in Europa e nel Mondo. E'
stato, per certi versi, il tecnico che più di qualsiasi altro ha
lasciato un'impronta nella storia della società di Corso Galileo
Ferraris anche se chi l'ha preceduto (Carcano, il protagonista del
Quinquennio negli anni Trenta) e chi l'ha seguito (Lippi.,lo stratega di
cinque titoli, una Coppa dei Campioni, l'Intercontinentale più altri
riconoscimenti assortiti) non sono stati da meno.Giovanni
Trapattoni, detto il Trap, natali a Cusano Milanino, una vita da mediano
con la maglia del Milan, è stato una scoperta e una .scommessa di
Giampiero Boniperti, l’uomo con il quale ha costituito un binomio molto
forte. Quando approdò alla Juventus, nel 1976, nemmeno quarantenne,
aveva pochissima esperienza come tecnico ma possedeva una carica
interiore straordinaria: la sua ascesa è stata rapida,la sua
consacrazione impressionante,il suo stile pressoché inimitabile.
Trapattoni è
passato e continua a passare per un incallito difensivista, sicuramente
più vicino alla filosofia di Nereo Rocco di cui è stato allievo
che non a quella di Arrigo Sacchi con cui si è trovato spesso in
antitesi. Trap uguale catenaccio è diventato anno dopo anno uno slogan
da sbattere in faccia a chi pensava calcio in maniera diversa, malgrado
alla resa dei conti così non sia stato: la Juventus di Platini,Rossi e
Boniek aveva connotazioni spiccatamente offensive più di molte squadre
allestite da allenatori considerati inguaribili amanti del gioco
d'attacco, quasi al limite dell'incoscienza. "Sono schiavo delle
etichette”, raccontò un giorno, ma senza sentirsi vittima del sistema
o,peggio, al centro di qualche sordida congiura. Con il Giuan,
impareggiabile nella mimica, famoso per i fischi “sparati” dalla
panchina all'indirizzo dei suoi giocatori, i bianconeri hanno acquistato
una loro dignità anche lontano dall'Italia. Il primo successo europeo,
la Coppa Uefa nel 1977 contro l’Athletic Bilbao, dischiuse nuovi
orizzonti alla Juventus, fino ad arrivare alla tragica finale contro il
Liverpool, allo stadio Heysel di Bruxelles, nel 1985.
Trapattoni ha
avuto la fortuna di poter contare su un ampio numero di fuoriclasse (Zoff,Gentile,
Cabrini, Scirea, Causio, Rossi, Tardelli, Bettega,Platini, Boniek, Brady)
e la bravura di creare un gruppo di lavoro eccellente quando - per la
verità - il mondo del pallone non era ancora contaminato dal business.
Tra il divorzio consensuale per esaurimento di stimoli nel 1986 e il
secondo matrimonio, meno felice, nel 1991, il Trap ha vinto ancora con
l’Inter. Poi. dopo aver conquistato la Coppa Uefa numero due, nel
1993, ha imboccato strade diverse che l'hanno portato prima a Cagliari.
poi due volte in Germania, al Bayern Monaco dove ha vinto il titolo
della Bundesliga, e quindi alla Fiorentina.In questa lunga trafila di
panchine, emozioni e sensazioni. Trapattoni ha continuato a essere
dipinto come un difensivista, un allenatore all’antica,un monumento alla
memoria, una scheggia di un calcio che non esiste più. Serafico, il
Trap ha tirato avanti, forte dell’immagine vincente che si è fatto
proprio alla Juventus.Il suo sogno, oggi realtà,è stato la panchina
della Nazionale, che per una serie di intrecci e di coincidenze lo aveva
sempre solo sfiorato.
A livello umano,
Trapattoni è
tracimante, nei
fatti e nelle parole. I suoi interventi televisivi, le sue
considerazioni in alcune circostanze pittoresche,lo hanno fatto
diventare un personaggio mediatico Vittima preferita della trasmissione
satirica “Mai dire gol” un suo sfogo contro alcuni giocatori del Bayern
che non si impegnavano come avrebbero dovuto e avrebbe voluto, in
Germania è diventato addirittura lo spot per una pubblicità. E lui, il
Trap, a ripetere: “Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco
...”.
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