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Juveteca -Anno II (2005)

 

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I PROTAGONISTI DEL SECOLO BIANCONERO.24

Luciano MOGGI

Chi gli vuole male, ed è sempre pronto a denigrarlo, lo chiama semplicemente il capostazione di Civitavecchia, per via del suo passato (remoto) da capo gestione nelle Ferrovie, mestiere che ha abbandonato ben presto per diventare prima talent-scout e poi manager calcistico. Luciano Moggi, o Lucianone, o Big Luciano, o Signor-sistemo-tutto-io, di solito si lascia scivolare le cattiverie sulla pelle, manco fossero gocce di pioggia su un impermeabile di tela cerata.

 

 Preferisce,sicuramente, altri tipi di etichette: re del mercato, principe delle trattative, il Direttore. In assoluto, pochi uomini sulla faccia del pianeta sono bravi quanto lui a vendere, comprare,raccontare bugie, regalare sorrisi,distribuire serenità, ammorbidire con barzellette. Davanti, certo; perché dietro Luciano Moggi, classe 1937,originario di Monticiano, in provincia di Siena, è un duro,amante della disciplina, poco incline alla confusione. Nella sua carriera gli è toccato gestire personaggi enormi e scomodi, uno su tutti Diego Armando Maradona quando il "pibe de oro" era il reuccio di Napoli.

 

Gli costò qualche arrabbiatura,Dieguito, ma Lucianone nostro riuscì ad ottenere risultati esaltanti. Via lui, anche Maradona si è perso.Come il Napoli.Moggi fuma il sigaro, si picca di essere (stato,ovvio) un buon centrocampista, controlla sempre che il bottone della giacca "non tiri", è un maniaco delle diete. Vive a Napoli, città nella quale ha conquistato scudetti e costruito la sua etichetta di manager abilissimo, trascorre la maggior parte dei weekend a Capri, non arriva mai puntuale a un appuntamento.

 

Nella Juve ha cominciato- 1970, come responsabile del settore giovanile - con la Juve ha raggiunto forse il massimo dello splendore, dal 1994 in poi. In mezzo le parentesi a Roma ('76-80) e Torino ('82-87 e '91-93). Quando il mercato era un fenomeno prettamente estivo, e ci si divertiva con fughe e appostamenti da film di spionaggio, dava il massimo: non raccontava mai la verità, diceva di andare a Palermo e magari lo scoprivi a Bolzano,mentiva persino a se stesso: il giorno prima di cedere Christian Vieri all'Atletico Madrid, un colpo storico, giurò e spergiurò che il giocatore non avrebbe mai lasciato la Juventus. Lo disse anche a Giovanni Agnelli, l'Avvocato, il presidente onorario della Fiat. In pratica, il padrone:ventiquattro ore dopo, il centravanti si imbarcava per la Spagna.

 

 L'aneddotica che accompagna Moggi è ricchissima, quasi quanto le sue frasi celebri. Dinnanzi a un problema, ecco spuntare la sua voce cantilenata: "State calmi, sistemo tutto io": di qui il soprannome e il cliché di raffinato ricamatore diplomatico. Comprando e vendendo, intrecciando affari con mezzo mondo, contattando e negando,insinuando e smentendo, Big Luciano si è fatto molti nemici. C'è chi, sotto pseudonimo, ha scritto un libro su di lui:Lucky Luciano.Moggi l'ha presa malissimo: non per il libro, ma per gli pseudonimi perché, al di là delle apparenze, nessuno può addebitargli comportamenti scorretti."Bisogna essere uomini fino in fondo",disse amareggiato.In realtà,lo temono:per la sua bravura e le sue entrature.

 

Tra i colpi famosi della sua interminabile carriera ci sono Paolo Rossi,Careca,Alemao,Ferrara, Montero,Zidane,Deschamps,Paulo Sousa,lo stesso Vieri,Inzaghi,Davids,Buffon, Ibrahimovic e Mutu. Dicono che sia bravissimo a muoversi nell'ombra,a bruciare la concorrenza sul tempo, a vendere a prezzi altissimi. Dicono,anche, che riuscirebbe a vendere un frigorifero a un eschimese. Sarà solo leggenda? Intanto ha dato seguito al suo talento: da alcuni anni, infatti, il figlio Alessandro è entrato in pianta stabile nel calcio. Fa il procuratore. Non è il caso di aggiungere che la maggior parte dei professionisti tutelati vanno per la maggiore. C'era qualche dubbio in proposito,forse?

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