I PROTAGONISTI DEL SECOLO
BIANCONERO.24
Luciano MOGGI
Chi
gli vuole male, ed è sempre pronto a denigrarlo, lo chiama semplicemente
il capostazione di Civitavecchia, per via del suo passato (remoto) da
capo gestione nelle Ferrovie, mestiere che ha abbandonato ben presto per
diventare prima talent-scout e poi manager calcistico. Luciano Moggi, o
Lucianone, o Big Luciano, o Signor-sistemo-tutto-io, di solito si lascia
scivolare le cattiverie sulla pelle, manco fossero gocce di pioggia su
un impermeabile di tela cerata.
Preferisce,sicuramente,
altri tipi di etichette: re del mercato, principe delle trattative, il
Direttore. In assoluto, pochi uomini sulla faccia del pianeta sono bravi
quanto lui a vendere, comprare,raccontare bugie, regalare
sorrisi,distribuire serenità, ammorbidire con barzellette. Davanti,
certo; perché dietro Luciano Moggi, classe 1937,originario di Monticiano,
in provincia di Siena, è un duro,amante della disciplina, poco incline
alla confusione. Nella sua carriera gli è toccato gestire personaggi
enormi e scomodi, uno su tutti Diego Armando Maradona quando il "pibe de
oro" era il reuccio di Napoli.
Gli
costò qualche arrabbiatura,Dieguito, ma Lucianone nostro riuscì ad
ottenere risultati esaltanti. Via lui, anche Maradona si è perso.Come il
Napoli.Moggi fuma il sigaro, si picca di essere (stato,ovvio) un buon
centrocampista, controlla sempre che il bottone della giacca "non tiri",
è un maniaco delle diete. Vive a Napoli, città nella quale ha
conquistato scudetti e costruito la sua etichetta di manager abilissimo,
trascorre la maggior parte dei weekend a Capri, non arriva mai puntuale
a un appuntamento.
Nella
Juve ha cominciato- 1970, come responsabile del settore giovanile - con
la Juve ha raggiunto forse il massimo dello splendore, dal 1994 in poi.
In mezzo le parentesi a Roma ('76-80) e Torino ('82-87 e '91-93). Quando
il mercato era un fenomeno prettamente estivo, e ci si divertiva con
fughe e appostamenti da film di spionaggio, dava il massimo: non
raccontava mai la verità, diceva di andare a Palermo e magari lo
scoprivi a Bolzano,mentiva persino a se stesso: il giorno prima di
cedere Christian Vieri all'Atletico Madrid, un colpo storico, giurò e
spergiurò che il giocatore non avrebbe mai lasciato la Juventus. Lo
disse anche a Giovanni Agnelli, l'Avvocato, il presidente onorario della
Fiat. In pratica, il padrone:ventiquattro ore dopo, il centravanti si
imbarcava per la Spagna.
L'aneddotica
che accompagna Moggi è ricchissima, quasi quanto le sue frasi celebri.
Dinnanzi a un problema, ecco spuntare la sua voce cantilenata: "State
calmi, sistemo tutto io": di qui il soprannome e il cliché di raffinato
ricamatore diplomatico. Comprando e vendendo, intrecciando affari con
mezzo mondo, contattando e negando,insinuando e smentendo, Big Luciano
si è fatto molti nemici. C'è chi, sotto pseudonimo, ha scritto un libro
su di lui:Lucky Luciano.Moggi l'ha presa malissimo: non per il libro, ma
per gli pseudonimi perché, al di là delle apparenze, nessuno può
addebitargli comportamenti scorretti."Bisogna essere uomini fino in
fondo",disse amareggiato.In realtà,lo temono:per la sua bravura e le sue
entrature.
Tra
i colpi famosi della sua interminabile carriera ci sono Paolo Rossi,Careca,Alemao,Ferrara,
Montero,Zidane,Deschamps,Paulo Sousa,lo stesso Vieri,Inzaghi,Davids,Buffon,
Ibrahimovic e Mutu. Dicono che sia bravissimo a muoversi nell'ombra,a
bruciare la concorrenza sul tempo, a vendere a prezzi altissimi.
Dicono,anche, che riuscirebbe a vendere un frigorifero a un eschimese.
Sarà solo leggenda? Intanto ha dato seguito al suo talento: da alcuni
anni, infatti, il figlio Alessandro è entrato in pianta stabile nel
calcio. Fa il procuratore. Non è il caso di aggiungere che la maggior
parte dei professionisti tutelati vanno per la maggiore. C'era qualche
dubbio in proposito,forse?
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