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Juveteca -Anno II (2005)

 

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I PROTAGONISTI DEL SECOLO BIANCONERO.28

Tokyo,26/11/1996,Juventus – River Plate 1-0,Coppa Intercontinentale

 

 

26 Novembre 1996,Tokyo: Si celebra il secondo trionfo mondiale della Juventus. Forse la Juve più completa e brillante dell'intero primo ciclo di Marcello Lippi, di sicuro quella che gli regala le massime gioie da allenatore. Potente, ma molto fantasiosa,fonda il proprio gioco sulla capacità tecnica dei suoi campioni,da Zidane a Del Piero, da Peruzzi a Boksic.

Maestra nel mantenimento della palla, continua nel rendimento.Sulla strada di una Juve così concepita,dopo la rinuncia ai guerrieri Vialli e Ravanelli, c'è il River Plate di Francescoli – idolo non dimenticato di Zidane ai tempi dell'Olympique Marsiglia – e del reclamizzatissimo Ortega, che in Italia deluderà nella Sampdoria e poi nel Parma.

La Juve è reduce dal successo in Champions League a Old Trafford (basta un rigore di Del Piero per liquidare il Manchester United,generoso ma improduttivo), è in salute e lo dimostra subito,occupando la metà campo argentina.
Ad ogni mossa di Lippi risponde Ramon Diaz, l'ex-cannoniere dell’Inter dei record, ora in panchina.


L'obiettivo del River è di attendere con pazienza il momento per colpire l'avversario più forte, cosicché l'incertezza resiste a lungo,tenuto conto che la Juve non traduce almeno in un gol la propria superiorità globale, testimoniata dal sontuoso incedere di Zidane,ben assistito da tutto il centrocampo, dalla freschezza di Del Piero e purtroppo dalla voracità di Boksic sotto rete. Tanto abile nel liberarsi da ogni controllo, quanto pasticcione nelle conclusioni,l'attaccante croato suscita anche negli osservatori neutrali sentimenti contrastanti: ammirazione per la sua classe,rabbia per la sua imprecisione.


Un giocatore importante, dalla progressione irresistibile, ma non un fuoriclasse. E quando Ortega accarezza la traversa con un tiro-cross che inganna Peruzzi (e sulla respinta Sorin, bocciato pochi mesi prima da Lippi, si presenta in ritardo), un brivido corre lungo la schiena degli juventini. Ma è anche un segnale che la svolta propizia è vicina.
Minuto 81: da un calcio d'angolo nasce una mischia in area argentina, a risolverla è Del Piero con un destro splendido e imparabile per Bonano, il portiere che successivamente non darà in Europa - al Barcellona - grandi dimostrazioni di sé. La palla vola sotto la traversa, neppure Astrada,piazzato sulla linea, può intervenire.


E' il gol decisivo, che vale a Del Piero - leggero come una farfalla,non ancora punta-punta, ma già in carriera per un posto da leader - anche il premio quale miglior giocatore della finale. E' festa tra i giapponesi,la popolarità dell’erede di Roberto Baggio s’impenna. Appena ventiduenne, Alessandro Del Piero balza sul tetto del mondo e riporta a Torino dopo undici anni la Coppa Intercontinentale.


 

 

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G.Boniperti