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Una
partita? Non soltanto.Le partite sono almeno due. La Juve si
presenta allo stadio Friuli con il cuore in tumulto,avverte
nell'aria una sensazione strana ma sa che tutto l'Olimpico è
schierato,per ragioni di tifo non sempre comprensibile,al fianco
dell'Inter,ad un passo dallo scudetto che insegue da tredici anni.Un
minuto e pochi secondi,e la Juve è già in gol: l'immancabile
Trezeguet spedisce alle spalle del portiere De Sanctis un cross di
Conte dalla fascia destra. Comincia un pomeriggio palpitante, mezza
panchina è incollata alla radio in compagnia dell'Italia intera,
l'Udinese insidia Buffon, ma che importa? Del Piero raddoppia
all'11',lanciato da Trezeguet in contropiede solitario.
Contemporaneamente
da Roma arriva l'annuncio indesiderato:gol di Vieri. Eppure,Lippi
continua ad annusare il profumo del suo quarto titolo (ma i tre
precedenti li ha vinti senza aspettare l'ultimo atto),invita i suoi
a non mollare,la Lazio è imbattuta in casa( ad eccezione del derby
di ritorno, regalato alla Roma: 1- 5)e possiede giocatori di valore,
difatti Poborsky pareggia al 20'.Esultano tutti, ma quando arriva il
secondo squillo nerazzurro ad opera di Di Biagio la questione sembra
conclusa. 2-1 per l'Inter al 25'.E'il gelo,la Juve controlla la sua
partita ma per una ventina di minuti non accade più nulla.Brutto
segno? Sì e no,perchè nel recupero del primo tempo Gresko offre a
Poborsky la palla del 2-2. Applausi a Udine. Qui non c'è più
storia.L'Udinese, salva e appagata, non graffia.La Juve non sa se
ridere o piangere,il pareggio tra Lazio e Inter significherebbe
scudetto,ma il confine è troppo labile per autorizzare canti di
gloria.
D'improvviso,dopo
minuti che durano un'eternità, un urlo squarcia lo stadio: è il
momento in cui Simeone batte Toldo,3-2.Manca più di mezz'ora,meglio
non illudersi. Lippi insiste: guai a mollare. L'Inter dovrebbe
segnare altre due volte,ma è ormai in crisi. Dalla radio non
arrivano sussulti,se non il gol con cui Cassano permette alla Roma
di vincere a Torino contro i granata e di piazzarsi al secondo
posto. Per incredibile che possa apparire,l'Inter in questo momento
è addirittura terza. Nesta salva su Vieri,ma l'Inter non c'è più.
Minuto 74: segna anche Simone Inzaghi,4-2,la Juve non sta più nella
pelle,i giocatori si avvicinano alla panchina a caccia di conferme.
E' tutto vero,la Lazio affonda ancora,Cesar centra il palo,ma Lippi
raccomanda ancora prudenza.La sua unica frase, ripetuta in modo
ossessivo,è questa:"Calma, ragazzi".Il timore è che un miracolo
riabiliti l'Inter.Ma non succede: la Juve è campione d'Italia,
riconquista lo scudetto dopo quattro anni, settantun punti contro i
sessantanove dell'Inter (e i settanta della Roma). A questa quota,Ancelotti
era stato sorpassato in extremis dalla Lazio nel Duemila.
A
quota 75 aveva dovuto inchinarsi alla Roma un anno fa. Ma
il calcio è splendido e crudele perché sa rinnovarsi ad ogni
stagione.Di mezzo c'è sempre l'Olimpico e c'è sempre la Lazio quando
la Juve realizza rincorse sensazionali. Nel '67 la squadra di
Heriberto Herrera condannò i romani alla serie B mentre l'Inter si
inabissava a Mantova. Nel '73 la Juve di Vycpalek batté la Roma in
coincidenza con le sconfitte di Milan e Lazio. Due anni fa, la Lazio
attese in ansia il verdetto perugino prima di celebrare il secondo
scudetto. Stavolta, però,tocca di nuovo alla Juve. Ed è
un'esplosione di gioia, dal Brennero a Pantelleria, e naturalmente
all'estero, dovunque ci sia una piccola parte d'Italia.Uno degli
scudetti più contrastati e difficili premia la testarda applicazione
dei bianconeri, il loro eccellente girone di ritorno (conquistati
quaranta dei cinquantuno punti disponibili),la brillantezza di
Trezeguet capocannoniere senza rigori,la tenuta difensiva dopo gli
sbandamenti iniziali, e soprattutto la coerenza di Lippi. Ci sono
state altre Juve più spettacolari,questa si è rivelata d'acciaio. Ha
creduto in se stessa anche quando tutto le congiurava contro. Ha
ricevuto grandi lodi dalla concorrenza.
Mai
così giustificate.
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