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La
Juve celebra il suo 28° scudetto al termine di una stagione dura e
difficile.Tante le ragioni di un successo che sicuramente ha il suo
principale artefice in Fabio Capello che ha dato un'impronta precisa
alla sua squadra: non bella come il Milan, ma cinica e spietata.
Ogni tassello della Juve 2004/2005 è stato determinante lungo il
cammino verso il tricolore.Le ragioni del successo stanno nella
difesa granitica.
Oltre
al solito Buffon, per il quale si sprecano gli aggettivi positivi,
Thuram e Cannavaro sono stati straordinari con un rendimento
altissimo per tutto l'arco della stagione.Le ragioni del successo
stanno nell'abile gestione del mercato da parte di Luciano Moggi. Il
direttore generale ha fatto i miracoli per portare Zlatan
Ibrahimovic in bianconero, per strappare Emerson alla Roma e per
chiudere la trattativa con l'Inter per Cannavaro arrivato
praticamente con uno scambio alla pari con Carini.Tre acquisti che
hanno costruito la spina dorsale della Juve capelliana. Ibrahimovic
si è rivelato un talento straordinario. Capello aveva avvisato Moggi
"se mi prendi quello, qualcosa vinciamo".
E cosi è stato
perchè il 23enne svedese ha messo in mostra un talento unico.
Nessuno avrebbe mai immaginato tanti gol al suo esordio nel
campionato italiano. Emerson, sino a che la pubalgia non lo ha
bloccato, è stato la solita diga in mezzo al campo, così come il
ritrovato Cannavaro in difesa.Le ragioni del successo si trovano
nella professionalità di Alex Del Piero. Il capitano silenzioso che
più di venti volte Capello ha richiamato in panchina e che si è
sempre seduto senza protestare con l'umiltà che solo i grandi
campioni hanno.
Del
Piero, grazie a Capello ha scoperto che, anche da non
attore-protagonista, si può essere decisivi per il gruppo. La forza
del gruppo è stata sicuramente un'altra arma in più. Una squadra con
la panchina corta, che ha fatto fronte agli infortuni in serie di
Del Piero, Trezeguet, Nedved e Emerson e che ha scoperto altri
giocatori sul suo cammino. Sono emersi elementi come Olivera,
inventato da Capello anche come centrale di centrocampo, o Zalayeta,
puntuale in zona gol e sempre pronto a rispondere 'presente' al suo
allenatore. Le ragioni del successo sono tante. Resta il rammarico
per l'eliminazione dalla Champions contro il Liverpool ma anche
attraverso questa delusione è arrivato il tricolore.
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