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Juveteca -Anno II (2004)

 

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I PROTAGONISTI DEL SECOLO BIANCONERO.15

Dino Zoff mantiene il record juventino di imbattibilità in campionato:

903 minuti,stabilito nel 1972/73

  

                                       

 

Il più grande portiere del calcio italiano dell'era moderna:Dino Zoff. L'uomo dei silenzi parlanti,il campione longevo che si arrende a quarantun anni, battuto dalla carta d'identità,non dalla concorrenza. Il modello di classe e lealtà.

 

Zoff è una delle pietre miliari nella storia della Juventus: non soltanto per i sei scudetti e per la Coppa Uefa (il primo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri),non soltanto per gli undici campionati senza neppure un’assenza ,

 

(ovvero trecentotrenta partite consecutive: la serie A era a sedici squadre), ma anche per un record che gli sarà strappato vent’anni più tardi da un portiere meno forte, che tuttavia vive il momento migliore della carriera nel Milan di Fabio Capello, il Milan degli Invincibili (o quasi):

 

Sebastiano Rossi.Il record è di 903 minuti d'imbattibilità: nessuno, prima di lui, ha osato tanto in campionato. Zoff totalizza complessivamente nove turni senza incassare gol, ed è il primo a sapere che alle sue virtù vanno aggiunte quelle di una retroguardia d'acciaio nella giovane Juve in cui, lui già ultratrentenne, è appena arrivato per prendere il posto di Pietro Carmignani,

 

portiere di talento, soffocato dal peso della responsabilità. La serie positiva di Zoff comincia contro la Fiorentina - la Juve s'impone 2-1, a realizzare il gol dei viola è Nello Saltutti – ma dopo qualche giornata il fuoriclasse friulano respinge con fastidio ogni accostamento con il primatista in carica:

 

Mario Da Pozzo, nel Genoa del decennio precedente, Di giornata in giornata, mentre la Juve recupera il vertice della classifica, il record si avvicina: al Comunale, un boato sottolinea nella partita vinta contro la Lazio (1-0), il sorpasso. Zoff festeggia a modo suo, con tanta gioia ben nascosta sotto la maschera di sempre,quella che sapra’ conservare anche da allenatore,da manager,da commissario tecnico della Nazionale.

 

Ogni record è destinato ad interrompersi. Per Zoff, la sorte sceglie il teatro migliore: San Siro.Si gioca una delle classiche di sempre, Milan-Juve. Si respira il profumo dello scudetto, la Juve balza al comando con Bettega, ma qui accade l'evento: calcio di rigore per i rossoneri, fischiato per un discusso intervento ai danni di Luciano Chiarugi, attaccante dal tocco felpato accompagnato dalla fama di cascatore. Sul dischetto, si presenta Gianni Rivera: ed è lui, dopo novecentotré minuti, a battere Zoff. Che poi dice che in fondo quel gol rappresenta una liberazione.

 

La sfida milanese finisce con un pareggio (2-2), com'era accaduto a Torino all'andata (1-1). La Juve torna in vantaggio con Marchetti per essere definitivamente raggiunta da un’acuto di Biasiolo nel finale. Il mito di Zoff valica i confini, mentre i suoi “secondi” sono costretti ad intere stagioni di inutile attesa:

 

 Piloni, Alessandrelli e Bodini. Per loro, solo briciole all'ombra del migliore. Scudetti e premi da eterne riserve, ma tutti con un'ammirazione sincera per Zoff. Da allora e per sempre SuperDino.

  

 

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