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Juveteca -Anno II (2005)

 

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I PROTAGONISTI DEL SECOLO BIANCONERO.27

Nel 1996 la Juventus a Roma vince la Champions League


E arriva la notte più sognata da milioni di juventini, la notte della Coppa dei Campioni. E' mercoledì 22 maggio del 1996, il teatro è l'Olimpico vestito di bianco e nero: nello stadio della Roma, la grande rivale degli ultimi decenni, si celebra la finale.
La Juventus si presenta dopo aver condotto a passo di carica il girone eliminatorio (promossa in compagnia del Borussia Dortmund, davanti a Steaua e Rangers) ed aver eliminato il Real Madrid nei quarti e il Nantes in semifinale. L'Ajax ha fatto anche meglio nel girone (sedici punti contro tredici), prima di liquidare il Borussia e il Panathinaikos.Lippi schiera il tridente che è il simbolo della sua prima Juve:Ravanelli, Vialli e Del Piero.

 

Van Gaal preferisce Kanu a Kluivert,il ragazzino che gli ha regalato il trofeo nella stagione precedente (1-0 contro il Milan). La sfida è piacevole, ad indirizzarla verso la Juve dopo una manciata di minuti è un grossolano equivoco tra il portiere Van der Sar, futuro juventino, e il difensore Frank De Boer. Tra i due, si inserisce Ravanelli e realizza il gol del vantaggio con una conclusione millimetrica quasi dalla linea di fondo campo. La sua prodezza obbliga gli olandesi a rischiare, ma il contropiede juventino non è tagliente come al solito: Vialli sente troppo la partita, in molte esecuzioni c'è quell'eccesso di frenesia che finisce per essere controproducente, in zona-gol gli errori sono tanti. L'Ajax raggiunge il pareggio all'epilogo del primo tempo con il suo uomo migliore, il finlandese Litmanen, che raccoglie la corta respinta di Peruzzi sul tiro di De Boer ed insacca. Tutto da rifare. Lippi richiama l'infortunato Conte per Jugovic e al 57'esclude anche Paulo Sousa - alla sua ultima partita in maglîa bianconera - per Di Livio. Vuole sveltire la manovra, vuole vincere, vuole evitare i calci di rigore. Più tardi, al 78', sostituisce persino Ravanelli - che non nasconde la propria delusione – con Padovano.


La partita è molto combattuta, l'arbitro spagnolo Diaz Vega estrae sette volte il cartellino giallo. La Juve preme, ma non passa. Vialli insegue con ostinazione il gol decisivo: anche per lui è l'ultima partita nella Juve e nel calcio italiano. L'Ajax sciupa un paio di occasioni sui calci piazzati: Kanu e Kluivert sfiorano il 2-1. Si va ai rigori: sbaglia subito Davids, ed è un segnale chiaro. Segna Ferrara. Poi Litmanen e Pessotto, Sholten e Padovano. Ed ecco Silooy: non va. Tocca a Jugovic il tiro più importante della stagione, lui ha già vinto ai rigori con la Stella Rossa contro l'Olympique Marsiglia. Non perdona, la Juve abbraccia la Coppa, e si scatena una festa enorme. Per chi, come Vialli e Vierchowod quattro stagioni prima aveva perduto a Wembley contro il Barcellona, è la rivincita con il destino. E' la seconda Coppa che vola a Torino, undici anni dopo l'Heysel e quella conquista avvelenata dalla strage di trentanove tifosi. Si compie la missione di Lippi che però ha già in mente un'altra Juve, una volta salutati Vialli, Ravanelli, Paulo Sousa e Vierchowod.

 

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