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Zoff,Cuccureddu,Gentile,Furino,Morini,Scirea,Causio,Tardelli,Boninsegna,Benetti,Bettega.Allena-
tore Giovanni Trapattoni.E’ la stagione 1976/77,l’anno della
Juventus tutta italiana che conquista il 17° scudetto e il primo
trofeo internazionale della sua storia,la Coppa Uefa.Undici nomi che
resteranno per sempre nella memoria,l’inizio di un ciclo che porterà
la società degli Agnelli a conquistare la seconda stella fino alla
consacrazione della Coppa Intercontinentale.E’ l’anno dei rischi
calcolati,a cominciare dalla scelta del tecnico.Boniperti punta su
un giovane di belle speranze e poca esperienza,il “bauscia” Giovanni
Trapattoni,per dare consistenza ad un progetto ambizioso,coltivato
assieme alla Famiglia e a Pietro Giuliano,il general manager.Il Trap
ha appena 37 anni e viene da un campionato di apprendistato al
Milan.L’azzardo,comunque si rivela subito indovinato.
Trapattoni,ad
esempio,non ha paura di compromettersi:inventa Marco Tardelli
centrocampista,scopre e lancia poco alla volta Antonio Cabrini,studia
una formazione senza un vero regista ma con il supporto di
fluidificanti velocissimi.Una rivoluzione: “E’ la Juventus più
bonipertiana che sia mai esistita”,il commento di Roberto
Bettega.Lui,Bobby gol,assieme a Bonimba,forma una coppia da 27 reti.Sono
i cecchini della squadra che soffia lo scudetto al Torino sul filo
di lana.E’ l’anno dei 51 punti,della sfida infinita con l’altra metà
della città.E’ una Juventus tutta italiana,per alcuni la più bella
del Dopoguerra.Non a caso,all’irresistibile cavalcata verso il
titolo si aggiunge la corsa in Coppa Uefa che si conclude
vittoriosamente contro i baschi di Bilbao,formazione
tostissima,ambiente caliente.Il 5 maggio 1977,nel primo match,la
Juventus affronta al Comunale l’Athletic e dopo appena 14 minuti di
assalti ventre a terra,Tardelli segna il gol che vale il successo ma
non la tranquillità per la gara di ritorno.Che,tra l’altro,si
disputa in un contesto tremendo,mentre impazza il terrorismo dell’Eta.
Ma il 18 maggio
non succede niente fuori dal campo e molto in campo.I baschi si
impongono per 2-1,al gol di Bettega dopo 7 minuti rispondono Irureta
e Carlos,però il meccanismo delle reti segnate fuori casa consegna
il primo trofeo europeo ai bianconeri.Gli ultimi 15 minuti della
seconda finale restano nella storia come i più intensi mai disputati
dalla Juventus.Ancora oggi,il trofeo di Bilbao rappresenta uno dei
punti più alti raggiunti dalla Juventus,anche se negli anni Novanta
analoghi successi hanno contribuito a creare un alone di sacralità
intorno alla squadra più blasonata d’Italia.Ma da allora non è più
mai accaduto che i protagonisti fossero solo “italiani”,uno status
contaminato dalla riapertura delle frontiere e dallo sbarco
massiccio di stranieri.
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