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La Juventus è la
principale fornitrice della Nazionale. In ogni epoca, con rare
eccezioni, ha assicurato titolari e riserve, fuoriclasse e gregari,
ai commissari tecnici. Il momento in cui la squadra si è
identificata di più e meglio con la Nazionale non risale al Mondiale
di Spagna, vinto contro tutti e contro tutto nel 1982, ma al
Mondiale
precedente, anno 1978 in Argentina: c'è tuttora chi sostiene forse
non a torto, che mai come in quella competizione l'Italia azzurra
abbia saputo esprimere un calcio migliore. Sicuramente, era una
squadra brillante, persino spettacolare:
non va dimenticato che sui giornali sudamericani,
abitualmente critici verso il football europeo (ed italiano, in
particolare), apparve l'invito a “giocare bene come l'ltalia di Enzo
Bearzot”. Il quale ultimo era il c.t.: si affidò per la spedizione
al blocco-Juve, reduce da due scudetti consecutivi, dal trionfo
nella coppa Uefa '77 e dalla semifinale perduta contro il Bruges
nella coppa dei Campioni '78. Nove uomini trasferiti direttamente in
Nazionale:Zoff,Gentile,Cabrini,Cuccureddu,Scirea,
Causio,Tardelli,Benetti e Bettega. Ai quali vennero aggiunti il
torinista Zaccarelli, il fiorentino Antognoni, il bolognese Bellugi
ed il vicentino Rossi,di scuola juventina anche lui ed in
comproprietà tra il club veneto e la Juve.
Mai come
nella sfortunata partita del girone di semifinale contro l'Olanda –
perduta 2-1 con i gol di Brandts e Haan da quasi quaranta metri – la
Juve ha avuto nove elementi contemporaneamente in campo dall'inizio.
Ma non si tratta di un record assoluto - che resiste da più di mezzo
secolo e sarà molto difficile superare – poiché era accaduto al
Grande Torino di essere stato trapiantato per dieci undicesimi in
Nazionale, quando al timone c'era Vittorio Pozzo.
L'occasione
entrata nella storia è dell'11 maggio del 1947 a Torino, stadio
Comunale:Italia-Ungheria 3-2, con il gol decisivo del granata Loik
ad un minuto dalla fine. Quel giorno, c'erano un solo juventino - il
portiere, Sentimenti IV - e dieci giocatori del Torino, ovvero i
difensori Ballarin, Rigamonti e Maroso, i mediani arretrati Grezar e
Castigliano, le mezzeali Loik e Valentino Mazzola, gli attaccanti
Menti, Gabetto e Ferraris. Nell'immediato
dopoguerra, pochi bianconeri riuscirono, con le loro qualità, ad
infilarsi nel gruppo del Toro: oltre a Sentimenti IV,vanno ricordati
Parola, il centromediano (oggi si direbbe stopper, con un termine
riduttivo)
per eccellenza, l'antico Piola, il cannoniere che approdò alla Juve
nell'ultima parte della carriera, e Boniperti, il giovanissimo
centravanti, che esordì a Vienna, il 9 novembre del 1947, data
infausta per la Nazionale, travolta dall’Austria per 5-1.
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