STILE JUVENTUS.1
Quando si parla di
stile diventa quasi automatico accostare questa idea dai contorni per
certi versi molto vaghi al simbolo della Juventus. Perché, in fondo, lo
stile Juventus non è solo uno status ormai certificato nella storia del
calcio italiano e internazionale, ma una maniera di essere calciatore.
Lo stile, soprattutto ai tempi dì Giampiero Boniperti e poi con
l'avvento della gestione di Umberto Agnelli, è diventato persino
predominante su altri risvolti non trascurabili. L'aneddoto del
portoghese Rui Barros, che prima di firmare il contratto venne spedito
dal parrucchiere per sfoltire la sua lunga chioma di capelli ricci,
rappresenta appena un particolare divertente di ciò che invece è
radicato nel DNA di ciascun bianconero a denominazione d'origine
controllata.
Alla voce stile
vanno catalogati dunque molti aspetti della juventinità: dai tifosi, che
sono davvero sparsi in ogni angolo del pianeta e riempiono lo spettro
amplissimo che va dai vip ai semplici sostenitori delle Curve,
all'aspetto tecnico-commerciale, ai risvolti mediatici, alle curiosità
più impensabili. Juventus è un mondo e un modo di porsi dall'interno
verso l'esterno: intraprendiamo un viaggio complessivo nel profondo di
questa realtà senza tralasciare alcuni compromessi storici del pallone,
come l'avvento delle donne, le famose socio patronesse del 1921, o il
passaggio di testimone dai Savoia a Togliatti. Tutto sempre con
abbondante uso di stile.
La panchina di Corso
Re Umberto con Giovanni Agnelli,Vittorio Chiusano,Giampiero Boniperti e
Umberto Agnelli
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