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Juveteca -Anno VI (2008)

 

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STILE JUVENTUS. 39

Casa Juve, uno stadio nel futuro


Di cuoio, marrone, come se ne facevano una volta, con le cuciture al posto giusto. Sta tra le mani di John Elkann, che al termine della presentazione della nuova casa bianconera lo trasforma in un simbolo: «Rappresenta il passato: ci ho messo del tempo a trovarlo, è del 1950, e con questo pallone la Juve vinse lo scudetto. Ma rappresenta anche il futuro, perché vorremmo porre questo pallone nel nuovo stadio. E fino a quando lo stadio non sarà pronto lo affido al nostro capitano, Alex Del Piero». E poi il lancio, per la presa di un Del Piero in improbabile versione Buffon, mentre in platea Giampiero Boniperti, che di quella Juve era il leader, sorride divertito.

Il 20 novembre 2008 è il giorno dell'appartenenza bianconera. La famiglia Juve mostra orgogliosa il progetto della sua nuova casa, uno stadio finalmente di proprietà, perché come dicevano i nonni il mattone è sempre il miglior investimento. Uno stadio da 40 mila posti che sulla carta (e sullo schermo) sembra un gioiello. E per presentare la nuova casa, che verrà inaugurata nel luglio 2011, ieri si è mosso lo stato maggiore juventino. Sul palco dell'auditorium del Lingotto sono saliti, in rigoroso ordine di apparizione, il presidente Giovanni Cobolli Gigli, il capitano Alessandro Del Piero, l'a.d. Jean-Claude Blanc; gli ospiti Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, Giancarlo Abete e Antonio Matarrese, presidenti di Federcalcio e Lega. E in platea, in perfetto understatement, l'azionista di maggioranza John Elkann. Con un pallone di cuoio sotto la sedia.

L'emozione è palpabile. Cobolli Gigli si insediò un paio d'anni fa nel periodo più nero della Juve, travolta da processi e retrocessioni a tavolino, ora si gode il momento: «Stiamo promuovendo qualcosa di importante. In questo istante stiamo mettendo la prima pietra della nuova casa bianconera». Ha ragione a sorridere: è stato il primo presidente della Juve in serie B, diventerà il primo presidente della Juve proprietaria di uno stadio. Anche se il percorso non è stato semplice: «Il giorno in cui l'Uefa non ha assegnato gli Europei all'Italia io e Blanc ci siamo guardati e ci siamo detti: e adesso? Blanc non si è perso d'animo e ha risposto: datemi 60 giorni, e vediamo se esistono altre vie per finanziare il nostro progetto. Le ha trovate». Non a caso, Jean-Claude Blanc siede al centro del palco: la gran parte dei meriti è sua. Anche se Blanc, da gentiluomo, li divide con mezzo mondo: «Con i tifosi juventini, che sono 14 milioni e ci hanno sempre sostenuto. Con il Cda, che ha dimostrato serietà, professionalità, cuore. Con gli azionisti di maggioranza: John Elkann ci è stato vicino in ogni decisione. Con i giocatori, entrati nel nostro modo di essere e guidati da un grande leader, Del Piero». In Blanc c'è l'orgoglio per aver portato (quasi) a termine una missione impossibile: «Vogliamo essere gli apripista di un business sostenibile nel tempo, garanzia di solidità nel futuro.

Un progetto in cui sono stati investiti più di 100 milioni senza intaccare risorse destinate alla parte sportiva. Un grande asset per il futuro della Juve». E allora eccolo, in cifre, questo «asset», lo stadio che sorgerà sulle ceneri del Delle Alpi. Uno stadio solo per il calcio, «per le famiglie, per i tifosi»: la prima fila delle tribune disterà dal campo di gioco meno di 9 metri, l'ultima 49 (ed è meno di quanto distasse la prima fila nel vecchio stadio); 40.200 posti a sedere, 4 mila posteggi, 45 mila metri quadrati di superficie interna allo stadio, 34 mila dedicati ad aree commerciali e 30 mila per aree verdi e piazze. Un gioiello che punterà sul design made in Italy grazie alle firme di Pininfarina e Giugiaro. Uno stadio che emoziona anche i giocatori, parola di Del Piero: «È un progetto unico: la Juve ha dimostrato di essere la numero 1. Fra 3 anni non invidieremo più gli stadi al Milan, al Manchester, al Real Madrid. Sarà bello per noi che ci giocheremo ...o ci giocheranno, visto che ho un'età...». Ci giocherà anche lui: dovrà entrarci con un pallone di cuoio del 1950.

 

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